Critiche

Hanno scritto di lei:

Passione e impegno nel fare i quadri che siano anche espressione di sè… figure umili, nobilitate da noccioli chiusi di speranze e nature morte e fiori…
Luciano Spiazzi Az. Autonoma Stazione Soggiorno Iseo 1973

I temi della Ghidinelli sono quelli della pittura postcubista e neorealistica, al di qua delle ricerche delle ultime avanguardie. In lei c’è una facilità d’espressione che appare frutto di una profonda educazione artistica.
Guido Stella UCAI 1975

I primi anni di questa pittrice segnavano un’urgenza quasi ansiosa nel definire le brevi vicende del quotidiano. Poi la pittrice s’è man mano assestata in equilibri più pacati, in scansioni di ordine, in analisi che appartengono alla pittura e di essa fanno linguaggio per immagini il ponte attraverso il quale, artista e colui che guarda s’incontrano e parlano.
Luciano Spiazzi UCAI 1981

I paesaggi delle sue dolci colline di Gussago sono ritratti attraverso le scansioni i riflessi, le sfacettature geometrizzanti delle finestre. Questa formula le consente di declinare una modulazione cromatica dai toni luminosi e solatii. Sono scorci non privi di una delicata poesia naturalistica.
Elvira Cassa Salvi UCAI 1981

A Capo Bianco in Sicilia Adriana Ghidinelli scopre spazi dilatati. Lo sguardo è oltre la finestra e si sostanzia di una necessità creativa che ha ragioni interne di equilibrio e di pacata contemplazione.
Luciano Spiazzi UCAI 1984

Il cromatismo di queste marine giocano sulle gamme degli azzurri riesce a rendere il senso di una natura edenica con i suoi spazi ariosi e felici e con forti contrasti di elementi primogeni.
Elvira Cassa Salvi UCAI 1984

Adriana Ghidinelli ha il dono, la grazia del colore. Un colore caldo, sapido, denso di umori.
Un libero, un generoso, uno schietto inno al colore che costruisce una sua parallela astratta narrazione. Libertà e disciplina.
Guido Stella Omaggio a Maviorano 1984

Affascinata dalle narrazioni mitiche, Adriana Ghidinelli si abbandona al colore per illustrarli.
Il mito classico è racconto, discorso fantastico intorno agli dei per spiegare fenomeni dello spirito o della natura. I miti del passato ancora ci incantano.
Rinetta Faroni in Sogni-Segni e… Brameruli
Biblioteca Comunale – Gussago 1989

Sua cifra caratteristica una sorta di prismatica griglia geometrica che permette di rifrangere la visione, ma anche le passioni ed emozioni e di sfaccettare anche piani ed i luoghi della narrazione.
Fausto Lorenzi
Cantico dei Cantici 1989

… filtra, attraverso un caleidoscopio di sfaccettature, la cromia delle sue colline e quella più ardua dei sentimenti che intercorrono fra le persone…
Candida Gottardi 1992

Adriana Ghidinelli si muove nel mondo del mito con una ulteriore tipizzazione del suo stile che è fatto di una attenzione alla vivezza cromatica e all’analisi dell’immagine che viene scandita per sfaccettature progressive…
A.Zaina UCAI 1993

Se ancora talvolta prevale lo schema, l’insieme della mostra lascia l’impressione di una stilizzazione fluida e luminosa, simultaneamente e flessuosamente danzante, colorata e sonora, in viaggio tra spazio interno ed esterno dell’uomo, nel racconto dei cicli della vita, della mitologia mediterranea della donna dea e madre, custode della vita e dell’eros, della rigenerazione oltre la morte.
La sinuosità e fluidità stessa tra tele e carte acquarellate segna questa fantasmagoria magica di intensità avvolgente e pervasiva della donna natura.
Fausto Lorenzi
(Giornale di Brescia – UCAI 1997)

Significativa appare la riflessione sull’avventura del sentimento che traspare nelle opere dedicate al senso della vita, al perenne significato dell’umano divenire.
M. Corradini
(Bresciaoggi – UCAI 1997)

Adriana Ghidinelli si è via via impegnata sempre più coraggiosamente nella pittura, ricercando al di sotto, o al di sopra, della realtà contingente valori simbolici, allegorie, archetipi, universi surreali, sollecitata da una propria spinta interiore verso una tecnica espressiva fatta di una tavolozza aerea, fluttuante, ma fortemente espressiva per le figure sintetiche, l’essenzialità del segno, l’apparente semplicità del fraseggio, la limpidezza cristallina di alcune composizioni.
L’ultima traduzione riprende i temi cari alla pittrice: elementi costitutivi della natura (aria, fuoco, terra, acqua)la luna, la visione panica è divenuta uno strumento per comprendere la quotidianità, non per sfuggirla, un modo per riscoprire se stessi, per ritrovare i valori archetipi degli esseri umani.
Valerio Terraroli UCAI 1997

L’artista suscita una fantasmagoria magica, di una intensità avvolgente e pervasiva, mentre si va chiedendo: può Medusa, da mostro, ridiventare bella e libera? Il futuro racchiude una speranza, ci dice l’autrice alla fine del suo viaggio, trasportato pittoricamente sul ritmo del segno e del colore che tracciano le figure di una danza di abbandono nelle regioni più segrete dell’anima e del cosmo.
“Sotto lo sguardo di Medusa” Fausto Lorenzi
(Giornale di Brescia – 4 febbraio 2000 alla galleria La Pigna – Roma)

Adriana Ghidinelli nella sua pittura, come dire, trascolorante – fatta di segni lievi e continui, di colori che sono come intravisti attraverso la fluidità di una corrente marina – da’ alla sua “Medusa” la sensazione del visibile intoccabile, del qualcosa che si afferra e si sensibilizza solo con la consapevolezza che esso esiste fuori-dentro di noi.
Livia Govoni da: La voce del Sud
(settimanale di cultura pugliese per la mostra Alla “Pigna” di Roma)

Si nota grande padronanza tecnica e la capacità di risolvere sempre le idee in forme compiute: infatti, il significato di questo procedere è sempre la “metamorfosi”, che – da una parte – richiama la memoria di antiche figure mitologiche (Medusa, Perseo, Atena) e – dall’altra – rappresenta la proiezione della vita di oggi
Mons.Prof:Giangiulio Radivo
(Attualità della Chiesa di Roma) Radio Vaticana – rete romana

Ghidinelli pittrice che non guasta la tavolozza. Amore, solitudine, ambiguità dell’essere, voglia di assoluto, l’eterna tabella di marcia del viaggio nella vita, paiono ritmare il pennello della Ghidinelli. Accomuna tinte calde e fredde, forme naturali e geometriche, su e giù fra realtà e mistero. Non c’è divieto di bellezza in arte.
Romano Martinelli
(R.A.E. Radio diffusione Argentina)
Buenos Aires Maggio 2000

Ricordiamo alcune delle opere più significative: “Cassandra”, olio giocato sui toni bianco-blu scuro, il delicato acquarello “la nascita”, il “Caos” dove dominano il rosso e il blu dai toni forti, l’originale collage “il mondo di Athena” e “L’alba di un nuovo giorno” una grande tela ad olio, che può considerarsi il punto di arrivo della ricerca interiore della pittrice – La Speranza può vincere la morte.
Fiorella Capriati
(dal mensile di Arte e Cultura della Ciociaria per la personale alla galleria “LA PIGNA” Roma)

La sua pittura fatta di colori della terra, delle erbe e del cielo, rischiarata dalla luce mediterranea che si rifrange e moltiplica in prismi cristallini, dissolve le forme in piani di colore-luce, o le rapprende in geometrie essenziali. Seguendo l’evoluzione del suo linguaggio, che nelle opere più recenti sembra abbandonare fluidità e trasparenza per affidarsi a segni dove la pennellata si moltiplica in tocchi spezzati.
Giovanna Capretti
“Il cammino di Medea nell’arte e nell’amore”
(Galleria Fogolino – Trento 2003)

Ecco che i suoi lavori vibrano di un’intensità cromatica capace di catturare l’intensa luce della conoscenza; mancano zone d’ombra tutto è avvolto dalla tensione di un gesto espressivo che ha come scopo quello di testimoniare la forza del canto interiore.
E Medea allora si presenta nella sua cangiante identità.
Riccarda Turina
“Il cammino di Medea nell’arte e nell’amore”
(Da: L’adige di Trento 2003)

Il suo cammino nell’arte segue orme di antiche narrazioni che si rigenerano nella luce e nel colore di morbide pennellate, un viaggio che l’ha riportata alla sua terra, per una sosta tra le mura di Palazzo Nava echeggianti di storia e di storie.
Giovanna Ferlucci
“Le donne del Mito e della contemporaneità”
(Palazzo Nava febbraio 2004 Gussago (Bs)

Una linea fluida, luminosa, narra temi della fecondità, della dolcezza ma anche della sofferenza, del rifiuto e dell’abbandono utilizzando sapientemente tonalità chiare e luminose e talvolta accese e violente per sottolineare la drammaticità della condizione esistenziale.
Raffaella Fracassi
“Mito e Religione”
(Villa Glisenti, Villa Carcina (Bs), Febbraio 2006)

Esiste forse un rapporto medianico tra le caratteristiche peculiari di un territorio e chi nascendovi, ne respira l’aria, ne succhia l’humus con la propria anima, traendone una personale linfa creativa?
Cos’hanno visto i suoi occhi d’infanzia orfani di cinema e televisione?
La chiave di volta della vicenda artistica di Adriana è da ricercare qui dove è nata e vissuta.
L’anfiteatro morenico delle colline le ha regalato una sinfonia di verdi, mentre ogni giorno sul fondale del cielo si faceva fiaba il rosa antico della Santissima.
Sui dorsali dei monti, le tese e i roccoli intessevano ricami tra i passi dove, bassi, volavano gli stormi degli uccelli migratori.
Candida Gottardi
“Di collina in collina”
(Calendario per Gussago 2011)